Come sapete non ho più la mia agenda..ovviamente non l’ho persa: una vergine non perde mai niente figuriamoci la sua agenda!
In realtà mi è stata rubata..anche se il termine sottratta, alla luce di quanto si è poi manifestato, lo trovo molto più calzante. Sospendo per qualche minuto la scrittura del mio libro e vi racconto com’è andata perché, secondo me, ci sono molti aspetti rivelatori su come una realtà ne celi e proprio si compenetri con un’altra e non c’è modo migliore per parlarne che sfruttare un esempio preciso.
Rientravo in treno da Torino con due amiche, che, per privacy, non nomino, ma che si riconosceranno. Eravamo soddisfatte e felici del nostro viaggio, ma anche discretamente stanche. Lo scomparto sul quale viaggiavamo era quasi vuoto. Il viaggio di rientro interminabile. Arrivate finalmente alla stazione di Ventimiglia ci rivestiamo ed al momento di recuperare i nostri bagagli non trovo più il mio zaino…rapidamente ripercorriamo le varie possibilità: dall’averlo messo in un altro posto all’averlo dimenticato a Savona oppure sul treno precedente..tutte impossibili! Poi ad un tratto l’illuminazione!
Lo scomparto era QUASI vuoto, ma di quel “quasi” facevano parte due uomini: uno seduto accanto a noi e l’altro sul sedile davanti. In quel momento abbiamo realizzato che quando il tipo seduto accanto a noi ci ha chiesto informazioni sulla stazione per poi scendere di fretta, in realtà stava solo attirando la nostra attenzione affinché l’altro potesse prendere lo zaino senza che noi, seppur a pochissima distanza, neppure lo percepissimo. Quindi ci ritroviamo alla stazione di Ventimiglia, praticamente deserta senza zaino e senza il suo contenuto, ma niente di grave. Primo perché da tempo ho perso la tendenza a giudicare gli eventi come premio o punizione al mio operato. Accade semplicemente ciò che deve accadere ed ogni evento non è mai casuale, ma non è mai né bene né male, è semplicemente ciò che è: l’opportunità di una rivelazione. Secondo perché alla fine nello zaino non c’era nulla di valore né economico né affettivo perché soldi, cellulare e souvenirs per i miei bambini erano tutti in un’altra borsa. Quindi alla fine l’oggetto più significativo dentro quello zaino era solo l’agenda…che oltretutto, se non fosse stato per l’enorme stanchezza che mi pervadeva, non avrebbe neppure dovuto esserci. Dal cellulare avevo infatti letto una mail di qualche giorno prima in cui una ragazza, che ancora per privacy non taggo ma che si riconoscerà, mi chiedeva un appuntamento. L’agenda però era sepolta chissà dove nello zaino e quindi mi son detta e le ho scritto che avrei risposto la mattina seguente, agenda alla mano. Se avessi risposto, l’agenda sarebbe finita nell’altra borsa e quindi ad oggi sarebbe ancora con me…ma mi sarei persa informazioni importanti che la sua sparizione hanno messo in luce.
Questo l’accaduto sul piano terrestre al quale potremmo ancora aggiungere tutti gli stereotipi del mondo con tutte le idee limitanti possibili…e ve ne faccio alcuni esempi, tanto per capirsi meglio: “ti pareva, solo tre donne possono farsi fregare in modo così banale, meglio che rimaniate a casa”, “eh certo, tu sei talmente distratta che potrebbero portarti via di peso e nemmeno te ne accorgeresti”, “che gentaccia c’è nel mondo”, “oh poverine, che sfortunate, vi avrà rovinato tutto il viaggio”, “eh non potevano che essere due extracomunitari, l’Italia ormai è il raccogli spazzatura d’Europa ”..vi vengono in mente altre frasi? Certamente sì e vi invito proprio ad aggiungerle scrivendole su un foglio, come se fosse un piccolo esperimento affinché quello che scrivo, da generico, possa esser più utile per ciascuno quando andrete a leggere la seconda parte di questa storia.
Pronti? Via!