Per ben formare un feto, ci vogliono 9 mesi, per preparare una primavera ci vogliono 9 mesi ed anche per concludere un cerchio secondo il sacro computo del tempo dei Maya ci vogliono 9 mesi. Questo solo per voler contare il “tempo della manifestazione”, cioè il tempo materiale che serve ad una realtà per prendere la sua forma nel mondo materico, per diventare realtà, appunto. Ma dato che amate fare calcoli e progetti per avere tempistiche da rispettare, vi svelo che esistono anche altri due tipi di tempo da aggiungere al conteggio. Quello che forse è il tempo più lungo di tutti, è il “tempo della progettazione” ossia il tempo che una mente passa a progettare l’idea. In verità, ogni cosa non nasce nel momento in cui vede la luce, nasce nel momento in cui per la prima volta viene pensata. Seppur nessuno tenga veramente conto di quel momento, in relatà è quell’esatto istante a segnae la nascita di un qualcosa. Nel momento in cui lo penso, quel qualcosa È GIA’ REALTA’, solo che non è visibile agli occhi degli altri, ma solo a quelli del mio cuore e della mia mente, ma di fatto È GIA’. Quel che manca non è la sua esistenza, ma il suo prendere una forma precisa, prima nei miei pensieri e poi nella mia capacità di attuazione. Non si può chiedere di accelerare i tempi. Le realtà hanno un loro proprio ritmo di formazione che dipende da molti fattori. Dipende dall’ambiente circostante, dalla consapevolezza del suo “gentitore”, cioè di chi deve progettarlo e poi costruirlo, dipende dall’abilità di costruzione del suo genitore, dalla sua forza di volontà e dal suo coraggio, dipende anche dall’umore del suo “genitore” e dalla forza che esso sente di avere. Se pensa che tutto sia possibile oppure se invece sente di vivere in un mondo ostile e pieno di ostacoli e difficoltà. Va da sé che, una persona che non vede ostacoli insormontabili davanti a sé, sarà più facilmente portata ad imbarcarsi in nuovi progetti ed avventure anche solo per la curiosità o il piacere di farlo, senza aspettative e dunque senza caricare il progetto di dinamiche personali limitanti, quali la paura di fallire, di non meritare, di non essere all’altezza, di non sentirsi sufficientemente sostenuto ( se non addirittura ostacolato) dall’ambiente circostante. Una persona “spensierata” ha con sé la leggerezza del possibilismo totale, non è portata a porre troppi limiti al suo potere di progettazione, al suo potere di sogno e, progettando, crea nuove realtà in potenza che spesso, proprio per il fatto di vedere pochi limiti, ben presto, diverranno realtà anche sul piano materiale della manifestazione. Non solo, ma le tempistiche di manifestazione dipendono anche dalla materia stessa di cui è fatto l’oggetto..un feto può nascere anche prima dei 9 mesi, ma se nasce molto prima non avrà possibilità di sopravvivenza, a sette mesi può farcela, ma non senza difficoltà…il tempo di preparazione e maturazione è fondamentale per la buona riuscita di un progetto. Oggi abbiamo tutta questa inutile dannosissima fretta…e ci perdiamo l’unico ingrediente che davvero arricchisce il reale: il “tempo della cura”. Eh, sì, perché ad intessere il tempo di progettazione e quello di manifestazione, c è il preziosissimo tempo della cura, che ai vostri occhi, di umani moderni iperperformanti, sarà solo un altro impiccio che allunga i noiosissimi tempi d’attesa ed aumenta i costi, ma in realtà è ciò che dona Anima e Vita ad un qualcosa che fino a qual momento era solo “in potenza”.
Ora, alla luce di tutto questo, dopo aver buttato un’occhio sull’importanza di certi passi e certe tempistiche, spero non avrete più tutta questa fretta quando vi approccerete alla Vita in generale ed al vostro personale percorso di evoluzione spirituale…iniziate a vedere in quale dei 3 tempi siete, in che modo vi ci state muovendo e poi ditemi , se davvero, non vale un’immensità ogni singolo secondo, che per la vostra vecchia era solo “inazione” e perdita di tempo. Ad ogni singolo respiro, in ogni singolo istante voi state CREANDO la vostra nuova realtà, quindi, invece di lamentarvi presi incoscentemente dall’impazienza, vivete consapevolmente e spostatevi dall’impazienza al tempo della cura.
Invece di stressarvi perché i 9 mesi della gestazione non finiscono mai, concentratevi sui movimenti del bebè nel vostro ventre, sul prepararvi dei buoni pasti sani e completi per ben nutrirlo, investite tempo nel riposo in previsione del parto. Prestate dunque attenzione ai piccoli miracoli che avvengono nella vostra vita, per poterli eventualmente sostenere e nutrire al meglio. In questo modo, la vostra nuova realtà non si manifesterà prima , ma verrà alla luce sicuramente con molta più forza già dall’inizio e l’importanza di tutto questo chiedetela a chi ha avuto figli nati prima del tempo, piccoli esseri che hanno dovuto lottare da subito fra la vita e la morte. Dunque, non abbiate mai fretta, confidate nell’importanza che ha ogni singolo momento, anche il più lento ai vostri occhi e ringraziate sempre anche per imiracoli che stanno avvenendo sebbene voi, ancora, non li vediate.